D'impulso, si sarebbe portati a rispondere : non appena premuto il pulsante di scatto.
Questo appare vero perché il dilettante non esegue né conosce le operazioni successive. Ancor più vero appare con le fotocamere digitali che, immediatamente, ci mostrano i risultati del nostro lavoro (almeno così pensiamo)In realtà la foto termina quando è pronta per essere mostrata.
Sia la fotografia su pellicola che quella digitale, con lo scatto hanno soltanto registrato le informazioni che daranno luogo all'immagine che poi sarà visionata. Le fasi che seguono lo scatto si differenziano in ragione del diverso supporto di registrazione e, pertanto, delle diverse operazioni cui l'immagine registrata deve essere sottoposta.
Le operazioni posso essere così distinte:
- formazione dell'immagine stampabile:
Col digitale è la stessa fotocamera che origina (tramite sensore, processore e software) il file che costituisce l'immagine stampabile : vi sono fotocamere che possono essere collegate ad una stampante casalinga per ottenere immediatamente la stampa delle immagini registrate.
Diversa è la situazione per la pellicola. Questa deve essere consegnata ad un laboratorio che provvederà allo sviluppo al fine di far apparire sulla pellicola un' immagine. Prima di tale operazione la pellicola, pur contenendo tutte le informazioni, non fornisce una immagine visibile:
Vediamo brevemente l’importanza di questa fase.
Lo sviluppo influisce sulla densità del negativo e sul contrasto : alterando irrimediabilmente la fotografia. Chiariamo che un negativo più denso (scuro) porterà a stampe troppo chiare e viceversa.
Alterando la temperatura del bagno di sviluppo e/o la sua durata è possibile modificare anche la sensibilità della pellicola e la visibilità della "grana"
Talvolta tale effetto è appositamente ricercato
"Tagliare" un' immagine : significa modificarne l’inquadratura in sede di stampa, escludendone alcune parti, e stampare solo un riquadro dell’intera immagine
La modifica dell’inquadratura è una possibilità di grande interesse per chi voglia ottenere immagini di massimo effetto.
Non è sempre possibile e, forse, nemmeno conveniente cercare la migliore inquadratura al momento della ripresa.
Uno studio più attento può effettuarsi realizzando una prima stampa di prova e, successivamente, studiare l'inquadratura definitiva avvalendosi di due cartoncini ritagliati ad L
Movendo questi sul provino, possono evidenziarsi diverse possibili inquadrature alternative. Una volta scelta quella più soddisfacente la si marca sul provino e se ne chiede la stampa al laboratorio nelle dimensioni desiderate.
N.B. è indispensabile fornire al laboratorio il provino con la marcatura dell’inquadratura desiderata.
Ciò per due motivi:
- evitare errori di inquadratura;
- ottenere una resa dei chiaroscuri e (per le foto a colori) dei colori identica al provino
Nessun laboratorio, infatti, può ottenere due foto uguali se non viene fornito, come riferimento, l’originale: sia esso in Bianco e Nero che a colori.
Da quanto sopra accennato discende una considerazione: se si scatta una fotografia con l’intento di ricavarne un ingrandimento accurato, è opportuno fare una inquadratura un pochino più ampia di quella desiderata: proprio al fine di lasciarsi un certo margine per rettifiche successive
- stampa dell'immagine
La stampa influisce, per certi aspetti, quanto il momento della ripresa; infatti durante la stampa è possibile alterare i colori, il contrasto, l'esposizione e, come si è visto, persino l'inquadratura.
Non di rado i colori risultano alterati, le immagini sovra o sotto esposte. Un caso tipico, si ha nelle foto scattate in controluce : anche quando il dilettante ha diligentemente aumentato l'esposizione di due "stops", per correggere le indicazioni dell'esposimetro, si vedrà consegnare una foto in cui il viso delle persone risulta "illeggibile" con uno sfondo perfettamente riprodotto. Ciò in quanto, in fase di stampa, il tempo di esposizione sarà stato abbreviato a causa dell'influenza dello sfondo molto chiaro.Ma l'influenza del processo di stampa può essere utilizzata positivamente, in una stampa professionale, sia per correggere residue dominanti di colore o altre imperfezioni, sia per modificare elementi quali il contrasto o l'esposizione.
- elaborazioni in camera oscura :
comprendono tutta una serie di interventi che vanno oltre la correzione di residui errori di ripresa
Le possibilità di intervento e le tecniche sono diverse a seconda che si tratti di pellicola Bianco e Nero, pellicola a colori ovvero di immagini digitali.
Premesso che tutto ciò che può farsi con la pellicola si può fare con il digitale, vediamo i principali tipi di intervento che sono o, forse, bisognerebbe dire venivano praticati nella fotografia tradizionale:
- modificare l'esposizione generale: si può rendere più scura o più chiara l’immagine aumentando o diminuendo il tempo di esposizione durante la stampa;
- scurire o schiarire alcune parti dell’immagine : mediante mascheratura; per la pellicola tale possibilità è praticamente limitata alle foto in bianco e nero; nel colore può attuarsi per ottenere effetti speciali
- aumentare o ridurre il contrasto : per la pellicola si fa ricorso a carte di gradazione diversa o ad appositi filtri, oppure usando bagni sviluppo diversi o modificando temperatura o tempo di esposizione e/o di sviluppo;
- solarizzazioni
- stampe "al tratto"
- alterare i colori delle stampe a colore : con la pellicola, usando una diversa filtratura
- stampe "virate" : introduzione di una colorazione su tonalità seppia, verde, ecc.
- solarizzazioni : un effetto grafico che evidenzia essenzialmente i contorni dando una impressione di sdoppiatura
- effetti low key e high key : esasperazione delle tonalità scure o chiare
- stampe a colori ad "equidensità" : l'immagine assume lo stesso colore là dove essa presenta una stessa densità
- fotomontaggi
Oggi, con le immagini digitali, queste possibilità sono enormemente ampliate.
I programmi di fotoritocco, anche i più semplici, danno grandi possibilità di intervento: sull'esposizione, sulla nitidezza, sul colore.
Le possibilità di manipolazione sono così ampie che da una sola immagine se ne possono trarre un numero praticamente illimitato: unici limiti la fantasia e le capacità tecniche di chi opera.
L'immagine digitale ha ampliato e semplificato enormemente queste possibilità.
Mentre si rimanda ad appositi testi per l'approfondimento di queste tecniche, si ricordano qui di seguito alcuni dei principali correttivi che possono facilmente essere attuati su immagini digitali.
Si è usato il termine correttivi per precisare che ci si riferisce solo a quegli interventi diretti a correggere eventuali errori di ripresa dovuti al fotografo o alle limitazioni tecniche del mezzo di cui dispone.
- modifica dell'esposizione ( di tutta o parte dell'immagine)
- modifica del contrasto
- aumento o riduzione della nitidezza ( di tutta o parte dell'immagine)
- correzione di dominanti di colore
- rotazione parziale dell'immagine (per eliminare inquadrature "storte")
- rettifica delle linee pendenti (distorsione sempre presente se si fanno riprese puntando la macchina verso l'alto)
- eliminazione degli "occhi rossi"
L'elenco non è certamente esaustivo, ma include quelli che sono i più ricorrenti difetti
Vale la pena accennare che non esiste un vero limite tra interventi correttivi e manipolazioni.
In linea di massima, si potrebbe dire che sono sicuramente correttivi quelli che mirano a rettificare veri e propri errori di ripresa, senza alterare la resa "realistica" della scena.
In questa categoria rientra anche la rettifica delle linee pendenti che è dovuta al fatto che non si dispone di un apparecchio (troppo costoso) che consente il decentramento dell'obbiettivo ed il basculaggio.
Tuttavia, cosa è una resa realistica ? La realtà non è oggettiva, se vogliamo trasmettere le nostre emozioni.
Il solo fatto di scegliere una inquadratura comporta l'aver "occultato" ogni altra cosa che pure era presente e visibile.
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